Stampa offset: cos’è e come funziona

Cos’è la stampa offset

“È la stampa, bellezza” diceva un impavido Humphrey Bogart in un vecchio film del 1952, dopo aver dato il via alle rotative di una tipografia. Se rifacessero il remake di quel film ai giorni nostri la battuta suonerebbe più o meno in questo modo: “Vuoi la stampa offset o digitale, bellezza?”.
Già, perché in base a quello che vogliamo stampare e a quante copie ci servono possiamo scegliere tra la tipologia di stampa offset o digitale.
Spesso è lo stampatore a scegliere in autonomia il processo di stampa migliore per le esigenze del cliente, ma può essere interessante per tutti conoscere quali sono i segreti che si nascondono dietro un prodotto stampato.
In questo articolo vogliamo parlare soprattutto della tipologia stampa offset e un po’ della sua storia. Della stampa digitale infatti ci siamo già occupati approfonditamente in un altro articolo nel nostro blog.
Se cercassimo su un’enciclopedia cos’è la stampa offset” troveremmo più o meno questi contenuti. La storia della stampa offset ha inizio nel 1904, quando un operaio statunitense scoprì il procedimento della stampa indiretta, che sta alla base della tecnologia di stampa offset.
Si chiama stampa indiretta in quanto l’immagine (o il testo) non viene trasferita direttamente dalla lastra alla carta (o comunque al supporto di stampa scelto); prima infatti, grazie a dei rulli, passa attraverso il caucciù che a sua volta lo imprime sulla carta.
Sono 3 i cilindri che permettono questo procedimento. Da una parte c’è il cilindro porta lastra, che avvolge la lastra su cui è impressa l’immagine da stampare; poi c’è ilblanket, o cilindro porta caucciù, rivestito di questa gomma naturale che fa da tramite tra lastra e carta; infine c’è il cilindro di pressione su cui è avvolto il foglio di carta.
Questo è il meccanismo base per la stampa di 1 colore. All’aumentare del numero di colori stampati aumentano anche i “castelli”, cioè i gruppi di cilindri che permettono la stampa.
Ci sono infine i rulli inchiostratori che spalmano l’inchiostro e i rulli di bagnatura, che servono per emulsionare l’inchiostro che altrimenti risulterebbe troppo viscoso.

Le macchine di stampa offset, seppure basate sullo stesso principio produttivo, non sono tutte uguali.
Innanzitutto si differenziano per il formato del foglio su cui possono stampare. Partendo da un minimo di 35×50 cm, ci sono macchine che arrivano a stampare su supporti con la misura di 120×160 cm. Gli altri formati di stampa sono 50×70; 70×100; 100×140.
Un altro elemento che differenzia una macchina offset è il numero di colori che può stampare; per le macchine che stampano un lato del foglio alla volta si parte da 1 colore e se possono aggiungere fino alla configurazione desiderata, richiedendolo alla casa produttrice della macchina. Per quanto riguarda le macchine in grado di stampare i due lati in contemporanea, la differenziazione tra il numero di colori è: 4+4; 5+5; 6+6 e oltre, secondo le esigenze. I numeri identificano il numero di colori che vengono stampati su un lato e sull’altro.

Parlando di colori, facciamo una breve digressione sul concetto di registro. Le immagini e i testi che vediamo stampati su un foglio ci sembrano omogenei, una colata di colore unitaria che riempie interamente quel pezzo del foglio di carta. Vogliamo svelarvi un segreto: non è così, è soltanto un’illusione ottica! Infatti il procedimento di stampa offset prevede la riproduzione su carta di una fitta serie di piccoli punti tra loro separati (anche se il nostro occhio li percepisce come un’immagine unica) che devono posizionarsi sul foglio secondo uno schema ben preciso a formare la famosa “rosetta perfetta”. Il registro perfetto è la condizione in cui i puntini sono disposti correttamente, per posizione, angolatura e dimensione rendendo pulita e unitaria l’immagine che la macchina offset stampa.

Come funziona la stampa offset: vantaggi e difetti

Tipicamente, quando si stampa un lavoro con tecnologia di stampa offset, si procede con l’avviamento. Vengono cioè caricate le lastre, si stampa il primo foglio, si verifica il registro, la densità e corrispondenza del colore. Se è tutto a posto, si procede con l’intera tiratura.
Guardiamo ora più da vicino quali sono i pregi e i difetti della stampa offset.
Tra i vantaggi principali c’è sicuramente la qualità di stampa del prodotto finale, molto elevata e pulita. Un altro elemento è la che la macchina offset stampa alte tirature anche in formato 120×160 con un ottimo livello di velocità di produzione. L’unico limite in questo caso per un formato cosi grande è l’allargamento della carta in periferia dovuto alla naturale tendenza della carta a dilatarsi con conseguente accentuarsi del problema del registro.
Ricordiamo poi che, a differenza di quanto avveniva in passato, la tecnologia di stampa offset moderna permette di avere un basso impatto ambientale, soprattutto grazie all’utilizzo di lastre ecologiche che non necessitano di essere trattate con componenti chimici. In AGF ad esempio utilizziamo le lastre ecologiche certificate Amigo Agfa che non fanno uso di prodotti chimici per lo sviluppo.
Certo anche una tecnologia cosi evoluta non è priva di possibili difetti. Uno di questi è certamente che occorre prestare molta attenzione al registro e alla densità del colore, anche se è un aspetto facilmente superabile grazie alla bravura e all’esperienza dell’operatore di stampa, coadiuvati da sofisticati strumenti di misurazione della densità colore e verifica del registro.
I costi di avviamento sono fissi, indipendentemente dal numero di copie prodotto e questo può essere uno svantaggio in caso di basse tirature.
Le lastre poi non sono eterne. In caso di ristampe o di tirature molto alte, dopo un po’ vanno rifatte per non ridurre la qualità dello stampato. Inoltre in caso di ristampa anche con minime modifiche le lastre devono essere rifatte.

Quali sono le differenze con la stampa digitale?

Arrivati a questo punto vi starete chiedendo: ok, ma perché dovrei scegliere la tecnologia di stampa offset? Quali sono le differenze tra stampa offset e digitale?
Innanzitutto la stampa digitale non usa le lastre; il file infatti passa direttamente alla stampante senza intermediari, viene infatti chiamata “stampa diretta”. In passato la qualità della stampa digitale era di molto inferiore a quella della stampa offset. Tuttavia le più recenti macchine digitali hanno raggiunto livelli qualitativi uguali se non addirittura migliori rispetto all’offset. La macchina HP Indigo 15k, che abbiamo installato in AGF 4 anni fa, è una di queste.
Non utilizza il toner in polvere come gran parte delle macchine digitali in Italia, ma utilizza l’inchiostro liquido ElectroInk che è praticamente uguale come resa a quello utilizzato in stampa offset.
Per le piccole tirature (arrivando fino alla copia singola) e per stampe personalizzate, la stampa digitale è assolutamente da preferire per costi e possibilità.
Di contro, il formato massimo di stampa in digitale è 53×75, molto inferiore rispetto a quello della stampa offset.

 

Per quali prodotti si usa la stampa offset?

I prodotti che si possono realizzare con la stampa offset sono moltissimi.
In campo editoriale: libri con tirature medio alte, riviste, pubblicazioni di settore
Nell’ambito della comunicazione e del marketing: cataloghi prodotto o listini commerciali, brochure in diversi formati rilegate in brossura fresata o filo refe, volantini, flyer, biglietti da visita, cartelline personalizzate o biglietti di invito per eventi o attività di branding, calendari personalizzati.
Non può mancare la stampa di packaging e i grandi manifesti per l’affissione che sono all’orgine della lunga storia di AGF.
Questi sono alcuni spunti. Potete dare un’occhiata al nostro portfolio per farvi venire nuove idee e immaginare come realizzare i vostri prodotti. Se farli in stampa offset o in stampa digitale lo decideremo insieme. Perché in fondo quel che conta “è la stampa, bellezza”.

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